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Prometheus Black Gold

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"Operazione Prometheus, Black Gold" evento appartenente all'organizzazione "il Circuito" ed organizzato dagli Indians Ascoli in collaborazione con la Compagnia Easy. La mattina alle 7 siamo in piedi, ricca colazione e si parte in direzione del punto d'infiltrazione.
Parcheggiamo le macchine e ci dirigiamo dall'organizzatore evento, Giulk degl'indians, per il debriefieng.
Gli operatori delle squadre a "spartan" sono tutti lì, carichi ed equipaggiati per l'evento e ascoltano le poche parole di giuck e bull, che non vogliono svelare niente, le direttive sono semplici: due ricercatori di una compagnia petrolifera sono stati rapiti da dei criminali locali, il nostro compito è accertarsi delle loro condizioni e documentare il tutto.
Pronti, check generale e si parte!
La prima tappa è il punto che abbiamo individuato per allestire il campo base dove lasceremo gli zaini; da subito campiamo che il campo è di quelli tosti , costantemente in pendenza, con una vegetazione folta e un terreno umido a causa della gran pioggia dei giorni precedenti, inoltre i 15kg di zaino rendono il tutto più complicato.
Come prassi evitiamo sentieri e strade, optando per un percorso faticoso ma privo di rischi e che ci premia arrivando un ora in anticipo sulla tabella di marcia.
Allestiamo il campo base, prendiamo ciò che ci serve per essere operativi per almeno 20h e si parte in direzione dell'obj D, che si rivelerà un pozzo petrolifero, primo obbiettivo sulla nostra lista.
Ci appostiamo su di un altopiano, che a causa della folta vegetazione non ci permette di avere la giusta visuale, quindi ocelot e jager decidono di avvicinarsi per la recon e magari per provare un’azione diretta all'infiltrazione nel sito, cosa che accade puntualmente, quindi decidiamo di dividerci in due brick (io, dumyo, black e la premiata ditta ocelot&jager) in modo da poter svolgere contemporaneamente e più velocemente gli obbiettivi.
Noi partiamo in direzione del punto E, che si trova sul lato est della mappa, la marcia si conferma ardua, il terreno massacra le articolazioni ma la voglia è tanta e in meno di 30 minuti copriamo il chilometro di distanza evitando la FIR di pattuglia e arrivando a ridosso dell'obj E, che si presenta ai nostri occhi come della tubature volte a controllare il funzionamento dei pozzi petroliferi.
In giro non si vede movimento ostile, quindi dumyo si avvicina con il suo passo felpato e controlla da vicino, non rivenendo nulla di utile alla causa, fotografa il tutto e decide di lasciare un biglietto da visita che segna il nostro passaggio.
Si sono fatte le 14.30, mangiamo una cosa all'ombra della vegetazione proprio vicino all'obj e decidiamo di partire in direzione del punto B, nella speranza di avere maggior fortuna.
Durante la marcia la premiata ditta (per comodità chiamerò così il brick composto da jager&ocelot) ci informa di aver trovato difficoltà ad effettuare la recon sul punto C, visto che la contro-interdizione sembra molto agguerrita, così agguerrita che sono stati obbligati a ripiegare dopo un breve ingaggio.
Durante l'avvicinamento per niente facile al punto B, arriva l'unico neo di questo fantastico evento: il ginocchio di black non ha recuperato dall'infortunio primaverile ed ogni passo che compie diventa uno stillicidio.
Intorno alle 17.30 raggiungiamo l'obj B, si tratta di una casa il cui accesso è rivolto verso nord.
Poco dopo il nostro arrivo sentiamo i rumori di un ingaggio proprio nei presso della casa ma arrivano due pattuglie della FIR a ristabilire la calma.
Decidiamo l'azione, a causa dei dolori al ginocchio lasciamo black a coprire la parte a sud, mentre io e dumyo aggiriamo ad est lo stabile, inventandoci una strada che non esiste tra massi da scalare e rovi che graffiano come un unghia su di una lavagna.
Arrivato in posizione, black ci comunica che un altra squadra spartan l'ha raggiunto ed è in procinto di attaccare l'obj.
Io rimango in copertura sulla strada d'ingresso, dumyo entra e viene raggiunto subito dall'altra squadra, raccoglie le informazione in loco e lascia un bigliettino da visita del nono, come l'educazione richiede in questi casi.
Ci ricongiungiamo a black e analizziamo il bottino: si tratta di una mail contenente tre nuovi obbiettivi (una raffineria di droga, un deposito di stoccaggio e l'orario di un incontro tra un malavitoso e i suoi clienti) e in contemporanea la premiata ditta è riuscita ad espugnare l'obj C, nel quale hanno rivenuto un cadavere che portava con se la stampa di una mail con dei nuovi obbiettivi (un deposito di armi, una zecca clandestina e i dettagli dell'appuntamento del boss).
Le ottime azioni sul campo, purtroppo vengono accompagnate da un'amara realtà: black non è in grado di proseguire ,
Il ginocchio sta iniziando a gonfiarsi a dismisura e purtroppo, il nostro compagno è obbligato ad esfiltrare!
Ci dividiamo nei pressi del punto B, sono le 19, inizia a tramontare, io e dumyo ci dirigiamo verso l'obj A, l'unico obbiettivo che c'è stato consegnato in fase di debriefing che ancora non abbiamo svolto, e si trova a 1.20km di distanza in una zona servita da un sentiero sterrato in discesa, nella parte nord-ovest della mappa.
Imbocchiamo il sentiero e poco dopo arriviamo in una spiazzale dove un pozzo petrolifero pompa oro nero senza mai fermarsi, le guardie sono lontane e dumyo con il suo visore passeggia tranquillamente sul l'obj, lanciando biglietti del nono, anche l'obj A è andato!
Ritornando sul sentiero facciamo il punto è veniamo a sapere tramite whatapp che la premiata ditta è stata catturata, dentro di me già sento il peso e la colpa di non avergli fornito una storia di copertura credibile...
Ci incamminiamo verso l'obj W che si trova sullo stesso sentiero del precedente ed è a poca distanza da noi.
Arrivati a 300 metri dalla nostra destinazione vediamo le torce della contro-interdizione illuminare la via, io e dumyo ci defiliamo verso l'alto, ma a causa dell'oscurità più totale facciamo rumore e mettiamo all'erta i nemici: dumyo mi lancia sulla sinistra del sentiero per poi riprendermi subito, visto che sotto di me c'era un burrone, quindi decide di rilanciarmi ma a destra, su di una salitina che ci fornirà maggiore copertura.
Facciamo trambusto ma comunque non riescono ad individuarci.
Fortuna vuole che siamo arrivati proprio durante il cambio di guardia, quindi le forze ostili sono in maggioranza e come se non bastasse, supportate da un'unità FIR.
Attendiamo il cambio cercando di restare nell'oscurità e facendo meno rumore possibile, appena la situazione ritorna alla normalità imbocchiamo la via per l'obj W che dista solo 60 metri da noi.
Sul tragitto troviamo una casetta dove viene raffinata la droga, gli altoparlanti sputano la sigla di narcos a tutto volume e il santino di Pablo Escobar si pavoneggia in bella vista nella sala.
La contro con le loro torce di dirigono verso di noi, dumyo non perde l'occasione per rilanciarmi sul lato del sentiero, in un dirupo pieno di rovi che per mia fortuna mi frenano da un brusco atterraggio, ma in compenso mi lasciano dei bei ricordi sulla pelle.
Attendiamo l'inversione di marcia dei nostri nemici e dumyo fa irruzione, mentre io copro il sentiero, ma qualcosa desta l'attenzione dei nemici, che fanno subito marcia indietro e tornano verso di noi, avverto dumyo dell'incombenza e ci dividiamo, io risalgo dal sentiero, il mio compagno si posizione alle spalle della struttura.
Siamo divisi e gli ostili puntano verso di me, risalgo ancora il sentiero per mettermi a distanza di sicurezza, provo a contattare dumyo via radio ma non ottengo nessuna risposta, salgo e scendo il sentiero per tre volte, ma del mio coppio, nessun segno di vita.
Brancolo nel buio, in tutti i sensi, ma l'unico senso ancora attivo è l'udito e mi suggerisce l'arrivo di un veicolo alle mie spalle, mi butto dietro una pietra, poggio il Bonnie sul viso e mi faccio il segno della croce.
La Fir passa, tiro mezzo sospiro di sollievo, l'altra metà pensa che dumyo si stato catturato.
Attendo il ritorno del mezzo nella speranza di non vedere il mio compagno su di esso, ma l'istinto mi induce sempre alla stessa tattica: Bonnie sul volto e segno della croce!
La tattica paga, esco dal mio loculo e ritorno per la quarta volta in direzione della raffineria, dalla radio nessun segno di vita, finché non sento:
"ruben , do'cazzostai?"cit. Dumyo.
Il ragazzo meraviglia è riuscito a sfuggire ai suoi aguzzini, recuperare il panetto di droga puro come da direttive della missiva e a posizionare l'immancabile biglietto, e trova pure il tempo per recuperare la mia borraccia nel dirupo dove mi aveva lanciato tempo prima.
Non smetterà mai di stupirmi!
È passata la mezzanotte, ci mettiamo in contatto con la premiata ditta che nel frattempo è stata giustiziata e rilasciata e decidiamo di ritornare al campo base per dormire un po', la giornata è stata impegnativa, le gambe tendono ad andare per conto loro e comunque un chilometro e mezzo in salita prima di poter riposare non ce lo leva nessuno.
Arriviamo a destinazione, facciamo il punto sugli eventi della prima giornata ma non ho neanche le forze di tirare fuori il sacco a pelo, che il dolce Morfeo già mi coccola come solo lui sa fare.
Sento caldo, apro gli occhi, è giorno e i miei compagni sono tutti già svegli, mi ritrovo dentro al sacco a pelo ma non mi ricordo quando e come ci sono entrato, sono le 9.00 ho fame e le gambe urlano.
Un panino mi rimette in moto, il sonno è servito, ma non è bastato, il jsoc risveglia i nostri sensi come solo lui sa fare, fende l’aria con un “dai cazzo, non siete operativi, muoversi!” e nell'arco di 30 minuti il tattico e già sulle nostre spalle, siamo pronti a ricominciare.
La premiata ditta si dirige verso i punti W e J, a me e dumyo toccano i punti K e Z.
Ci incamminiamo, ed è un cammino che parte subito in salita, una salite che le mie gambe e il mio fiato non vogliono sostenere, vado subito sotto pressione ma non ho tempo ne per lamentarmi ne per pensare a ciò, cercare di tenere il passo del mio coppio occupa tutte le mie energie.
Giungiamo sulla collina dove dovremmo trovare l'obj K, la zona e calda, si sentono le urla della asg presumiamo che gruppi di spartan e di ostili se le stanno dando di santa ragione; restiamo occultati e concentrati sulla ricerca del nostro obbiettivo, battiamo tutti i quadranti della collina, ma non c'è nulla che somigli ad un obj, finché non notò un vecchio rudere bandellato, chiamo l'attenzione di dumyo e finalmente il cartello sulla costruzione ci conferma che anche l'obj K lo possiamo depennare dalla nostra lista.
Si riparte in direzione del punto Z, un deposito di esplosivi, che si trova a nord dell'obj E, il primo che abbiamo svolto nella giornata precedente.
Giunti meno di 60 metri dal nostro obiettivo, iniziamo la ricerca: dumyo si affaccia su di spiazzo aperto, non trovando nulla riprende il sentiero, io lo seguo a pochi metri di distanza, finché una raffica squarcia il silenzio alle mie spalle, mi giro e d'istinto rispondo al fuoco per 10 secondi ininterrotti mentre ripiego, mi apposto dietro un masso ma non vedo nessuno pararsi difronte a me.
Dumyo mi raggiunge e mi conferma che erano ostili, erano così vicini alla sua posizione che gli è stato possibile sentire il dialogo in cui uno di essi sosteneva di avermi sicuramente colpito, sarà stato lo spavento della raffica alle mie spalle ma non ho minimamente sentito nessun pallino centrarmi.
Riprendiamo la marcia alla ricerca dell'obiettivo, finché il sentiero non ci porta ad un vecchissimo edificio ovale fatto di pietra.
Come sempre io rimango in copertura e dumyo entra.
Al suo ritorno mi comunica di non aver trovato nulla nell'edificio, nel frattempo sentiamo passi muoversi verso di noi. Ci lanciamo in discesa dal sentiero , facciamo il punto carta e decidiamo di rientrare al campo base per mangiare e attendere la premiata ditta.
Il garmin 401 segna esattamente 135 metri in linea d'aria tra noi e gli zaini, sarà la stanchezza, sarà la voglia di non avere altre piacevoli sorprese, dumyo decide di attraversare il burrone per tornare al hq invece di intraprendere la strada dell'andata.
Ricordate quando ho detto che le gambe urlavano e il fiato non si spezzava in mattinata?
Complice di ciò acconsento alle sue direttive... non l'avessi mai fatto:
Camminiamo su di un letto di rovi e sterpaglia pronta a cedere in ogni momento, sotto di noi un volo di 3 metri.
La discesa è dura, graffia le caviglie e le mani, la sensazione è che da un momento all'altro si possa finire di sotto.
La salita, è peggio: bisogna trovare qualcosa al quale aggrapparsi, e solo i rovi ci possono aiutare, graffiando e bucando guanti e maglia, ogni punto d'appoggio per le gambe sembra pronto a cedere e nessun passo dona un senso di stabilità, per la prima volta in sette mesi che lo conosco, vedo dumyo in difficoltà .
Solo la stanchezza mentale e fisica ci permette di venirne fuori, facendoci realizzare una volta arrivati al campo base, la scelleratezza del gesto appena compiuto.
Come premio mettiamo a bollire l'acqua e in tre minuti i miei noodles piccanti sono pronti, li mangio come se mi fossero stati serviti nel miglior ramenbar di Fukuoka.
Questi si che mi rimettono in sesto, tornano le energie e in men che non si dica siamo già sul sentiero in direzione del punto Y, la zecca clandestina, decisi a finire gli obj a nostra disposizione.
Il tragitto è breve, l'obj sembra deserto, dumyo entra, raccogliamo le matrici come da missiva e in contemporanea veniamo contattati dalla premiata ditta: anch'essa ha svolto i due obiettivi di loro competenza (il deposito di droga e l’incontro del boss con i clienti).
Decidiamo di rincontrarci al campo base per rimettere insieme le informazioni. Giunti a destinazione comunichiamo con il comando che ci informa che sull'obiettivo Z dovevamo collegare un detonatore all'esplosivo e far brillare il deposito ma né io Dumyo avevamo notato la presenza di suddetti elementi, inoltre si fa strada nella nostra immaginazione l'idea che uno dei ricercatori sia passato dalla parte dei fuorilegge, idea si fa largo nelle nostre menti vista la somiglianza tra il ricercatore e un elemento presente all’incontro al quale ha assistito la premiata ditta.
Tutti gli obiettivi sono stati svolti ma non per intero quindi dobbiamo rimboccarci le maniche e ripartire sui punti Z e W.
Sono le 18, ci rilassiamo prima dell'ultima tranches di gara, la stanchezza è tanta ma il traguardo è in vista così ci settiamo in modo da non dover tornare al campo base per la notte e partiamo tutti insieme per gli ultimi due obiettivi il primo della lista e l'obj Z.
Evitiamo di scavalcare per nostra fortuna il burrone e arriviamo in poco tempo all'obj Z.
Dumyo e jager rimangono in copertura fuori con i visori notturni io e ocelot entriamo e assembliamo l'esplosivo, foto e bigliettino da visita non si negano a nessuno.
Nell'uscire sentiamo dei passi, dumyo riconosce un'altra squadra Spartan in arrivo sull'obiettivo, ci diamo praticamente il cambio nell'entrare ed uscire ma appena imbocchiamo il sentiero delle torce puntano nella nostra di direzione, è la contro interdizione che ritorna, ci nascondiamo a bordo del sentiero, dumyo da solo, io, jager e ocelot l'uno sopra l'altro. I nemici ci passano accanto, puntano le loro torce verso di noi, ocelot intima a jager di far fuoco, quest’ultimo rimane statico, come una statua.
Passano, non si accorgono della nostra presenza, il jsoc ci rammenda l’utilizzo del sangue freddo, ocelot, gli ricorda che siamo il nono incursori, prima riduciamo il nemico allo stato di silenzio assoluto, poi facciamo le domande, ecco com’è vedere due generazioni a confronto.
Ci rimettiamo in cammino verso il punto W, dove si svolge l’incontro tra il boss malavitoso e i compratori, dobbiamo e vogliamo essere sicuri che l’ultimo ricercatore sia ancora in vita e si sia unito ai criminali.
La strada, tanto per cambiare, è in salita, una di quelle salite che finiscono di sfilettare i tuoi muscoli già provati da 36 ore fatica. Arriviamo in cima, ci cambiamo e aspettiamo le 24.00, orario dell’incontro, non faccio in tempo a sedermi che già dormo.
Alle 23.15 il jsoc ci sveglia, decidiamo i luoghi dell’appostamento,un cane continua ad abbaiare, ma non gli diamo peso, ci dislochiamo intorno alla strada e in men che non si dica, due fuori strada sono posizionati uno di fronte all’altro.
L’incontro dura poco meno di 10 minuti, non riusciamo ad essere sicuri al 100% che il ricercatore sia presente, ma tutto ciò che eravamo in grado di fare , l’abbiamo fatto!
Decidiamo di procedere all’esfiltrazione, nel scendere dalla montagna, troviamo una pattuglia della contro in attesa del cambio, sono otto operatori, ma solo uno attrae la nostra attenzione: urla cosi tanto che a 50/60 metri sembra che sia al nostro fianco.
Racconta barzellette che fanno ridere anche noi, parla benissimo del suo meccanico di asg, l’esimio “due cap“, che sta per “due caricatori e il fucile sgrana“, racconta dell’acquisto della sua asg, ma visto che lui non è uno scemo, ha aspettato che due suoi compagni di club procedesse all’acquisto e dopo averne appurato la validità, anche lui si è deciso all’acquisto.
Il tutto descritto in un italiano perfetto e come già detto con un tono di voce veramente pacato.
Io e ocelot iniziamo a stancarci di questo sipario, cerchiamo di convincere il jsoc ad un’azione non proprio “pacata“, ma ci ricorda l’utilizzo del sangue freddo. finalmente effettuano il cambio, utilizziamo questo frangente per imboccare il sentiero in modo da non incappare in spiacevoli incontri, tiriamo dritti fino al campo base, recuperiamo i nostri zaini e di li diretti al luogo d’esfiltrazione, dove ci aspettano cibo e bevande pronte a rifocillarci e, non per ultima, la coppia giulck&bull per il debriefing.
Svolta anche quest’ultima mansione, si son fatte le 6.00 di mattina, ci siamo meritati qualche ora di sonno. Alle 9.00 ci regaliamo un giro per Ascoli e una buona colazione a base di olive ascolane con variante al tartufo.
A mezzogiorno siamo a tavola per il pranzo d’aggregazione, siamo già seduti quando arrivano gli organizzatori, vengono accolti da un tripudio di applausi, doverosi visto ciò che sono stati in grado di creare e gestire per 48h consecutive.
Finito il pranzo, è il momento della premiazione, all’inizio di questo racconto vi ho promesso che avrei parlato degli organizzatori, ed è arrivato questo momento.
Parliamo di Giulk, visto che raramente le persone riescono a colpirmi al primo impatto ma proprio questo è accaduto: un omone dai connotati cordiali e gentili, trasuda quell’umiltà nei modi che non possono farti apprezzare persone come lui, è il primo a rimboccarsi le maniche, parla poco, ma si vede che preferisce far parlare le proprie azioni:
L’evento è nato come memoriale per un ragazzo che condivideva con noi la passione per il softair, ma che purtroppo non è più con noi, questo, ha creato una coesione in questo gruppo invisibile ad occhio nudo, ma tangibile in tutto ciò che creano con le loro forze, riuscendo a coinvolgere non solo gli appassionati di questa disciplina, ma tutte le persone che orbitano intorno, riuscendo a tirare in ballo tutti, diventando una vera e propria comunità, che lavora, suda e gioisce insieme, come una cosa sola.
Sono riusciti a gestire un evento organizzato nei minimi dettagli:
-il campo selezionato è uno di quelli bellissimi e ardui allo stesso tempo, ma gestibile su un lasso di tempo di 48h
-Niente manie di protagonismo con missioni nelle quali gli operatori devono salvare il mondo dal male assoluto, si opta invece per uno scenario semplice e realistico: due ricercatori rapiti da criminali qualunque, bisogna rintracciarli senza mettere a rischio la propria vita, si hanno poche informazioni in nostro possesso e per una volta, niente sparatorie alla rambo.
-La contro-interdizione è stata semplicemente perfetta: ti lasciavano il tempo per svolgere la tua azione stealth ma al tempo stesso, se dovevano farsi sentire, non si faceva parlare dietro!
-Le scenografie coerenti con lo story telling e realmente funzionanti, non devi sforzarti ad immaginarle reali, lo sono per davvero,i pozzi petroliferi (simbolo dell’evento) hanno fatto su e giù per 48h senza mai fermarsi
-Mai visto che alla fine di un evento, mi viene consegnato un voucher per una doccia in un complesso sportivo vicino al centro di comando
Mi è capitato di incrociare lo sguardo della moglie di Giulk mentre quest’ultimo parlava a fine evento; i suoi occhi erano colmi di stanchezza, ma trasudavano soddisfazione e gioia nel vedere suo marito spendere splendide parole solo ed esclusivamente per le persone che hanno lavorato con lui.
Ho visto una moglie orgogliosa di suo marito, una foto che lascia un sorriso e che porterò con me come esempio.
Infine è doveroso citare bull, della compagnia easy: la sua simpatia completava la figura di gliuck riuscendo a strappare una risata a chiunque, ma sotto la goliardia, si vede il carattere di chi lavora dietro le quinte e fa il lavoro sporco, come un buon mediano in una squadra di campioni.
Per chiudere Giulk, durante la fine del suo discorso, ha definito i partecipati all’evento come il meglio della scena del softair italiano, beh, se noi siamo il meglio, lui è riuscito a creare, a mio avviso, miglior evento al quale abbia mai partecipato, ma al tempo stesso, il suo vero orgoglio deve essere quel gruppo e quella comunità che è riuscito ad amalgamare e dalla quale sicuramente, riceveremo ancora piacevolissime sorprese .

22-23-24 Settembre 2017