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Black Hawk Down 3

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Quando abbiamo organizzato la prima edizione di B.H.D. non ci saremmo mai aspettati di arrivare un giorno ad avere 450 persone sul campo di gioco. Tutto è nato così, con la sola intenzione di dare un tono diverso ai soliti games domenicali. Ed invece già dalla seconda edizione siamo stati inondati di richieste che ci hanno sorpreso... noi volevamo solo fare un qualcosa tra amici, e ci siamo trovati con circa 200 operatori.

L’impegno della terza edizione ci ha un po’ messo timore.... come fare ad accontentare l’enorme numero di club che per mesi ci ha scritto, telefonato, lasciato messaggi sui forum? Le cose non sono state poi facilissime dal punto di vista organizzativo: il dialogo con l’amministrazione Comunale ha avuto esito con certezza positivo solo ai primi di maggio, la prevista presenza dell’elicottero ha aggiunto un po’ di tensione, mentre qualcuno di noi ha avuto problemi ben più seri a cui pensare. Per alcuni giorni siamo rimasti nel dubbio, ma alla fine la consapevolezza che potevamo farcela anche stavolta ha avuto la meglio.

E così alcuni di noi hanno passato l’ultimo mese dedicando tutto il tempo a disposizione a B.H.D. III. A circa 20 giorni dalla data prevista abbiamo completamente riscritto la missione (da cui il notevole ritardo nella consegna dei book), mentre ogni giorno nuove covert operations venivano progettate, aggiunte e cancellate da tutto quello che era il nostro fuori-book. L’impostazione finale ha previsto quindi una prima fase in notturna con tre obiettivi prefissati, qualche obiettivo di opportunità da attivare a seconda dei casi, alcune covert operations (un paio delle quali previste ma non realizzate per le condizioni che si sono venute a creare sul campo) progettate per sorprendere i partecipanti e porli di fronte all’imprevisto, una chiusura finale con attacco massiccio a Mogadiscio. Essenziale, in tutto questo, la collaborazione segreta, tuttavia solo parziale, tra i due Comandi.

Prima di lasciare spazio al debriefing vero e proprio voglio ringraziare Mouse ed i Mercenari per la fondamentale collaborazione, tutti i partecipanti (molti dei quali non sono riuscito neanche a salutare a fine gara) e tutte le persone che hanno contribuito in qualsiasi maniera: troppi da elencare, impossibile non dimenticare qualcuno... you know who you are.

Last but not least, tutti gli Orsi Bruni che si sono dati da fare con il solito spirito di sacrificio che li contraddistingue.... anche questa è andata, grazie a voi.

DEBRIEFING BLACK HAWK DOWN III

1. Briefings e Pianificazione Missioni

Sono le 16:00 quando cominciano i briefings presso la tenda comando dove io e Proff attendiamo i responsabili dei singoli club. Cerchiamo di essere quanto più sintetici e lineari possibili nell’esporre i compiti dei vari gruppi. Proff ha pensato alla suddivisione dei partecipanti, dapprima distinguendo tra Delta Force e Rangers, ma dopo una veloce revisione del numero dei partecipanti decidiamo di unire qualche unità di Ranger ai Delta. Trovano conferma i tre raggruppamenti decisi inizialmente.

VERDE, formato da Legione Farnese, Rainbow Six, X° Regio, Red Ants, e SOCOM avranno il compito di individuare e distruggere il deposito munizioni degli Habr Gedir. L’area è posta a SE del campo, mentre il Comando T.F.R. è collocato a NO, ed è quindi lontana 2,5 km in linea d’aria. Non avranno un compito facile: non siamo sicuri di dove sia posto il deposito munizioni, ma restringiamo le possibilità a due edifici distanti 500m. Visto che VERDE dovrà coprire la distanza a piedi, partiranno ad inizio game, alle 18:00 precise.

ROSSO è invece incaricato di catturate Osman Atto. Di lui non conosciamo l’aspetto, ma sappiamo che si muove a bordo di un mezzo scortato in un’area pianeggiante di circa 2 kmq e che fa la spola tra Mogadiscio ed altre destinazioni. Per evitare che Atto si insospettisca, il raggruppamento ROSSO, composto da Raigeki, A.S.A.F., Mastini Napoletani, Rainbow, Mamba e R.O.S. partirà per la sua destinazione solo alle 20:30.

GIALLO, nello specifico Orsi Bruni, Guerrieri Per Gioco, Royal Marines Commando, 82°e Gati Salbeghi, avrà invece il compito di recarsi presso il quartiere di Hamar Jadig, in una zona inizialmente posta fuori campo, col compito di individuare la collocazione del deposito materiali radioattivi e di produrre quanti più danni possibili agli Habr Gedir, prendendo il controllo del quartiere. Vista la facilità di individuare persone in movimento verso il target, anche GIALLO dovrà attendere la notte prima di essere infiltrato tramite mezzi nei pressi di Hamar Jadig.

Un folto raggruppamento composto da Cani Rabbiosi, Lupi del Delta, Etruria Rangers ed A.S.A.I. viene invece posto a difesa del Check Point Pasta, a circa 1 km dal Comando T.F.R. verso Moga, in un punto di probabile passaggio degli Habr Gedir.

Parte del personale degli Etruria Rangers ed i Black Panthers, clubs entrambi muniti di due fuoristrada, costituirà la nostra F.I.R., insieme ad un fuoristrada degli Orsi Bruni.

Il resto del personale (GTER, Predatori, ASCU, 999th) è invece tenuto, in questa fase, a difesa del Comando T.F.R.

2. La Covert Operation: Operazione Thunder

Durante la fase di rewriting della missione, ho cercato ispirazione in alcuni fatti realmente accaduti in Somalia. Mi sono interessato in particolare alla storia dell’agente CIA di colore, “Condor”, che resistette due settimane e mezzo nei quartieri di Aidid prima di essere frettolosamente evacuato dalla sua tana. Ne parlo con Proff e l’intesa scatta subito. Eccolo quindi contattare uno dei club che ha personale in entrambi gli schieramenti: i R.O.S.: nasce Operazione Thunder. Il compito assegnato alla parte di club in gioco con i somali sarà quello di fornire quante più informazioni possibili sulla dislocazione delle forze Habr Gedir, i movimenti di Osman Atto e quant’altro utile per il Comando T.F.R. In settimana Mouse, il Comandante Habr Gedir, mi aveva confidato dell’insolita richiesta dei R.O.S. di rimanere nei pressi di Moga. Minimizzo e faccio finta di non sapere…

3. La Resistenza del Check Point Pasta

Ore 18:00, ci siamo. Mentre i nostri infiltrati ci forniscono le prime informazioni, il Check Point Pasta è da subito sotto ripetuti attacchi. Penso che questo sia dovuto al fatto che il Comandante H.G. si aspettava la presenza del nostro Comando in quella zona. La collocazione del Comando T.F.R. gli rimarrà sconosciuta per alcune ore. Nonostante il vigore e la persistenza degli attacchi il Check Point tiene e rimarrà in piedi fino alla fine delle ostilità.

Nel frattempo ho difficoltà nei contatti radio con VERDE, ma è in avvicinamento al suo obiettivo. ROSSO e GIALLO fremono per partire, mentre il personale al Comando T.F.R. è disposto intorno alla base e controllano quattro check point intorno ad essa.

4. Gli attacchi agli obiettivi

Scende la notte. Finalmente le prime notizie di VERDE. Hanno incontrato forte ostilità, hanno eseguito diversi attacchi, ma sono ad un punto morto e le vite scarseggiano. Provo a contattare una delle F.I.R. per un attacco congiunto da N e S, ma la cosa non si rende possibile. A malincuore decido per desistere da ulteriori attacchi al deposito munizioni e sposto VERDE verso O, in direzione Moga e li tengo in standby.

ROSSO intanto parte per la zona di intercettazione di Atto. Passa poco che lo notano, ma in un primo momento non ho notizie di tentati attacchi. Col passare dei minuti, dal Comando, ho l’impressione che ROSSO si stia schiacciando sempre più verso Moga, probabilmente notando il rientro di Atto al suo QG. Dopo un tentativo di cattura non riuscito (che ha generato qualche contestazione) Atto si ritira in Moga, ROSSO staziona e fa pressione ai limiti dell’abitato, tanto che ha continui scontri con i miliziani.

GIALLO invece staziona ancora in standby al campo base.

VERDE nel frattempo viene a trovarsi più a S di quanto avevo preventivato. Conoscendo le coordinate, contatto il Comandante H.G. e, in base a quanto avevamo stabilito in settimana, faccio attivare un obiettivo di opportunità, un piccolo ponte su un canale appena fuori Moga. Non riferisco niente a VERDE, nell’intento di farli trovare di sorpresa di fronte ai miliziani in arrivo. Purtroppo la sorpresa non mi riesce e lo scontro non avviene, suppongo per un nuovo, rapido spostamento di VERDE in altra posizione.

5. I primi prigionieri

Negli corso dei numerosi scontri, VERDE perde un ufficiale che cade in mano nemica. Di contro Proff ed i suoi catturano dieci persone. L’azione è dettata più dalla volontà di ravvivare la situazione alla nostra base (dove non si è visto ancora nessuno e qualcuno comincia ad annoiarsi) che dall’intenzione di mettere in difficoltà gli avversari. Fatto sta che 9 dei 10 prigionieri viene fatto scendere in un punto del campo a loro ignoto, mentre solo 1 viene trattenuto presso il Comando T.F.R. Contatto il Comando H.G. e concordo uno scambio in una zona marginale del campo. Mi riferiscono di attimi di tensione tra i due schieramenti, ma alla fine lo scambio avviene senza scontri.

6. Attacco di GIALLO e fuga degli infiltrati

E’ finalmente l’ora di GIALLO. I mezzi in partenza per il quartiere Hamar Jadig sono stracarichi, l’arrivo dei mezzi non deve essere passato inosservato. Ho pochi contatti da subito, segno che dopo qualche minuto la Delta è già nella mischia. Li lascio al loro lavoro e attendo notizie. Dopo poche decine di minuti di aspri scontri la Delta è pronta a ritirarsi. Non hanno localizzato il deposito ma hanno sequestrato un luogotenente di Aidid che viene subito portato al Comando T.F.R. Lo scambierò più tardi con alcuni prigionieri, appartenenti a ROSSO, che sono caduti in mano nemica durante uno dei numerosi scontri.

Intanto l’Operazione Thunder giunge a conclusione quando i nostri infiltrati ci comunicano di essere pronti a ricongiungersi alla T.F.R. Si muovono dal check point a loro assegnato lasciandolo sguarnito, incontrano altro personale H.G. che ingannano con banali scuse, per poi giungere finalmente presso il Check Point Pasta, dove il personale, già avvertito, li scorta fino al nostro Comando dove ricevono i meritati complimenti. Un paio d’ore di riposo e saranno di nuovo inquadrati nella T.F.R.

Nel frattempo ho già comunicato a VERDE che il check point è sguarnito e che possono penetrare a Moga da E. Insisto a cercare contatti anche con la F.I.R. e comunico loro la stessa cosa nella speranza che anche loro possano penetrare da quel lato. Da questo momento VERDE continuerà a bersagliare gli H.G. fino a notte fonda.

ROSSO continua, nello stesso tempo, a pressare da O tanto che vengo a conoscenza del fatto che il Comandante H.G. è intenzionato a trattenere Atto a Moga fino a quando non sarà allentata la pressione da parte nostra.

Nel frattempo, dopo il rientro di GIALLO, Proff organizza e guida un’azione verso Moga. Veloci e letali, gli operatori della T.F.R. sabotano i gruppi elettrogeni e penetrano in profondità sbucando dritti dritti nel covo di Aidid. Ora però hanno il problema di uscire. Prendono in ostaggio Aidid, scambiando l’ostaggio con l’uscita indenne da Moga. L’azione in sé per sé non ha portato a risultati determinanti ma ha completamente spiazzato le difese e ha dato una notevole scossa agli operatori che vi hanno preso parte.

Gli H.G. conservano comunque la vena offensiva. Le scaramucce al Check Point Pasta (in cui c’è stato un cambio di personale con gli operatori della base) non sono mai cessate del tutto, anche se si trascinano con minore intensità, ed alcuni miliziani stanno finalmente realizzando l’esatta posizione del Comando T.F.R. tanto che alcuni di loro si sono spinti, in occultamento, fino ai suoi limiti esterni. Pagheremo le conseguenze di questo molto presto.

7. La tregua

ROSSO e VERDE sono là fuori ormai da diverse ore. Alcuni operatori sembrano decisamente stanchi e così, di concerto col Comando H.G., che si trova nella stessa condizione, decidiamo per una pausa notturna di due ore. Sono le 03:30. Alle 05:30 le ostilità riprenderanno. Alcuni dei miei intorno a Moga però…. Continuano imperterriti a martellare i miliziani… Faccio quasi fatica a farli ritirare! Qualcuno di loro, al ritorno, getta orgoglioso una decina di cyalume sul mio tavolo… ha fatto strage di miliziani nelle tende….

8. L’offensiva degli Habr Gedir e l’arrivo del Little Bird

Nemmeno mezz’ora per riposare che una soffiata via telefono mi informa dei preparativi degli H.G. per un attacco alle 05:30 in punto. Corro a svegliare Proff che, in mia assenza, dovrà provvedere da solo alla difesa della base. A me tocca un altro compito: recarmi fino al campo volo di L’Aquila per prelevare e condurre al campo un elicottero (della sua presenza sul campo non avevamo avvertito nessuno dei partecipanti). Giunto a destinazione, appena prima di partire, concordo con il Aidid un’azione per dare più spettacolo e significato all’arrivo dell’elicottero. Dovrà recarsi con la sua scorta poco distante dal Check Point Pasta, dove lo attenderà Proff ed un certo numero di Rangers col compito di catturarlo, fare perimetro in attesa dell’arrivo dell’elicottero, caricarlo su di esso e portarlo al Comando T.F.R.

Il viaggio fino ad Ofena è a dir poco spettacolare con il “Little Bird” che a volte “sfiora” le cime del Gran Sasso ed attraversa alcune cave tra parete e parete. Giunti sopra Moga, scorgiamo dei combattimenti in atto, ma non c’è tanta gente. Gli operatori di entrambi gli schieramenti appaiono un po’ sparpagliati per tutto il campo, con gruppi di smilzi e americani che camminano lunga la pista ciclabile. C’è Proff alla testa di un gruppetto…. “fagli volare i cappelli” gridiamo al pilota! Detto e fatto…. Passiamo loro proprio sopra le teste! Ci comunicano via radio che il Comando T.F.R. è sotto attacco e lo è stato sin dalle 05:30…. L’informazione era giusta! Si sono viste scene di personale che usciva in mutande e canottiera dalle tende, difendendo strenuamente il campo base nella maniera migliore possibile. Per fortuna abbiamo retto al primo urto ed il campo base resterà in mano nostra fino alla fine. Alle 08:30 circa atterro al Comando T.F.R.… c’è un po’ di curiosità per l’elicottero, anche i miliziani ai bordi del campo non sparano per qualche minuto, ma poi siamo di nuovo sotto attacco.

Nel frattempo qualcosa va storto con la cattura di Aidid. L’elicottero riparte per prelevarlo con altri due operatori a bordo, ma quando scende, la situazione precipita con Proff che viene colto alle spalle dai miliziani e fatto prigioniero insieme ai due operatori sbarcati, mentre Aidid viene trasportato al Comando T.F.R. da un camioncino insieme ad altri suoi fedelissimi. Addio giro spettacolare…. Mouse, Proff, dovrete prendere il prossimo volo!

9. Attacco finale a Moga

Dopo alcune decine di minuti l’elicottero esce di scena. Sono ormai le 09:30 e con Aidid concordo il suo rilascio in cambio della chiusura definitiva degli attacchi al Check Point Pasta ed al Comando T.F.R. La giornata si concluderà per tutti a Moga. Ci organizziamo alla meglio con tutti i mezzi disponibili (che fanno più di un viaggio a testa) ed attacchiamo in massa. Gli H.G. ormai sono tutti rientrati ed a Moga c’è confusione e carneficina. Resistono e continueranno a resistere fino alla fine, conservando, in sostanza, il controllo della loro zona.

Ripensando a freddo a questa Black Hawk Down, direi è stata molto equilibrata, così come l’avevamo pensata…. Entrambi gli schieramenti possono essere soddisfatti di quanto ottenuto… per il divertimento di tutti che, speriamo, ci sia stato.

Orsi Bruni d’Abruzzo

02-03 Giugno 2007